Disgrafia: cos’è e come aiutare tuo figlio
Disgrafia: cos’è e come aiutare tuo figlio
La disgrafia è un disturbo specifico dell’apprendimento che si manifesta nella difficoltà esecutiva e procedurale degli aspetti grafici sia del bambino che dell’adulto, difficoltà osservabili sia nel disegno che nella scrittura.
Cosa si intende per Disgrafia?
«Il disturbo specifico di scrittura si definisce disgrafia o disortografia a seconda che interessi rispettivamente la grafia o l’ortografia” […].
“La disgrafia fa riferimento al controllo degli aspetti grafici, formali, della scrittura manuale, ed è collegata al momento motorio-esecutivo della prestazione; […] si manifesta in una minore fluenza e qualità dell’aspetto grafico della scrittura. […] Entrambi sono in rapporto all’età anagrafica dell’alunno”.
(Dalle Linee Guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con disturbi specifici dell’apprendimento, allegate al Decreto Ministeriale 12 luglio 2011)
La disgrafia è considerato un disturbo specifico dell’apprendimento (disturbo non generico e misurabile tra le abilità medie possedute dai bambini in riferimento all’età anagrafica), anche in assenza di deficit intellettivi, neurologici o sensorali, che incide sulle funzioni fondamentali della scrittura.
La disgrafia si presenta come una difficoltà e/o fatica nello svolgere l’attività grafica come scrivere. La forte pressione esercitata sul foglio, la continua ricerca e controllo nell’occupare uno spazio che non risulta adeguato al foglio, dimensioni della scrittura e sequenza delle lettere disuguali e spesso sovrapposte, un foglio pieno di cancellature, il non riuscire ad impugnare adeguatamente la penna contribuisce alla perdita di una corretta postura e alla perdita di attenzione, errori ortografici determinati da una mancanza di automatizzazione della parte esecutiva della scrittura, scrittura illeggibili, difficoltà grafo-motorie, ecc.
DIGRAFIA PURA La disgrafia viene chiamata pura quando il bambino rappresenta problematiche legate all’attività grafo-motoria;
DISGRAFIA E DISORTOGRAFIA la disgrafia potrebbe esprimersi associata alla disortografia nel senso che il bambino si esprime con cuna errata rappresentazione ortografica;
DISGRAFIA E DISLESSIA oppure la disgrafia potrebbe essere associata alla dislessia manifestando una difficoltà nella decodifica e nella sequenza della scrittura.
Vi sono anche soggetti che presentano contemporaneamente questi tre disturbi dell’apprendimento.
Esempio di disgrafia
Possibili cause
La disgrafia non è legata a problemi intellettivi, ma è associata a difficoltà nella coordinazione motoria fine e nella percezione visuo-spaziale e/o a mancati apprendimenti (nella maggior parte dei casi). Si ritiene che le cause del notevole aumento dei casi di disgrafia negli ultimi anni sia principalmente legato ad un cambiamento socio-culturale, legato all’insegnamento e ai giochi dei bambini “moderni” e quindi alle loro esperienze motorie e spaziali. Spesso la Scuola non si è adattata a questo mutamento sopperendo alle carenze nell’apprendimento dei prerequisiti e della scrittura.
I bambini non hanno il tempo di sviluppare competenze spaziali e fisiche/motorie attraverso il gioco e quindi potrebbero presentare difficoltà e/o ritardi nell’apprendimento scolastico. I giochi elettronici, escludendo l’utilizzo del corpo, portano il bambino a non fare esperienze spaziali e di propriocezione.
La scuola premendo sull’acceleratore della programmazione scolastica accorcia i tempi per gli apprendimenti, la spiegazione e l’esperienza grafo-motoria.
Due cause diverse che porteranno a due soluzioni possibili: una educativa e una medica.
Per ovvie ragioni quella educativa precederà quella medica, ma attualmente, nonostante le indicazioni ministeriali, avviene spesso il contrario, rendendo il percorso più complesso e faticoso per il bambino.
Alcune cause che incidono sulla disgrafia e sulle difficoltà di apprendimento:
- insegnamento non adeguato alle esigenze del bambino;
- utilizzo di strumenti grafici non adatti alla manualità del bambino;
- ritardo nello sviluppo;
- non chiarezza sulla dominanza laterale;
- impugnatura immatura e grossolana – non evoluta;
- insegnamento troppo veloce rispetto alle abilità del bambino;
- mancanza di un insegnamento della direzionalità della scrittura;
- mancanza di una coordinazione occhio-mano;
- difficoltà visuo-spaziali;
- carattere sbrigativo;
- mancanza di attenzione;
- mancanza di una consapevolezza corporea;
- ecc.
Come si può riconoscere la disgrafia?
In generale dovremmo considerare tre aspetti:
- postura
- impugnatura
- scrittura
In prima battuta è necessario osservare la postura abituale del bambino: il gomito potrebbe non essere adeguatamente appoggiato sul tavolo e il torso potrebbe essere eccessivamente inclinato. Oltre a questi aspetti, si potrebbe notare un’impugnatura impropria del mezzo scrivente. Il bambino si sente affaticato nell’attività grafica e la evita il più possibile, qualche volta arriva addirittura a provare dolore nelle mani, polso, gomito e spalla.
La scrittura risulta nella maggior parte dei casi disordinata e poco leggibile. L’orientamento nello spazio grafico, ovvero la capacità di orientarsi sul supporto cartaceo, è anomalo nel soggetto disgrafico. Non vengono rispettati i margini del foglio e si notano spazi irregolari tra lettere e le parole. Un altro aspetto rilevante è la gestione della pressione nella scrittura: vi è un’alterazione del tono muscolare, con una pressione eccessiva o troppo leggera sul foglio. Inoltre, si riscontrano ripetute inversioni nella direzionalità del gesto grafico.
Il soggetto disgrafico fatica anche a riprodurre figure geometriche semplici, parole o disegni, poiché la coordinazione oculo-motoria risulta difficoltosa. Il ritmo della scrittura è anomalo, con una velocità eccessiva o estrema lentezza.
Sintetizziamo qui di seguito alcuni sintomi della disgrafia:
- impugnatura non corrispondente all’età anagrafica;
- imprecisione e confusione del gesto;
- mancanza di controllo motorio;
- presenza di continue cancellature;
- pressione della penna mal gestita con presenza di entrambi gli estremi;
- sovrapposizione di lettere e parole;
- dimensioni delle lettere varia e confusa;
- forma delle lettere inadeguato per l’età e la classe frequentata;
- direzionalità delle lettere sbagliato;
- mancato rispetto delle righe e dei margini;
- continue interruzioni del tracciato;
- lentezza nel dettato;
- difficoltà grafo motorie;
- difficoltà motorie;
- difficoltà nel copiare alla lavagna;
- difficoltà nell’apprendimento del corsivo;
- evidenti difficoltà ortografiche.
Chi ci può aiutare nel capire se si è disgrafici?
In generale dovremmo considerare tre aspetti:
- postura
- impugnatura
- scrittura
In prima battuta è necessario osservare la postura abituale del bambino: il gomito potrebbe non essere adeguatamente appoggiato sul tavolo e il torso potrebbe essere eccessivamente inclinato. Oltre a questi aspetti, si potrebbe notare un’impugnatura impropria del mezzo scrivente. Il bambino si sente affaticato nell’attività grafica e la evita il più possibile, qualche volta arriva addirittura a provare dolore nelle mani, polso, gomito e spalla.
La scrittura risulta nella maggior parte dei casi disordinata e poco leggibile. L’orientamento nello spazio grafico, ovvero la capacità di orientarsi sul supporto cartaceo, è anomalo nel soggetto disgrafico. Non vengono rispettati i margini del foglio e si notano spazi irregolari tra lettere e le parole. Un altro aspetto rilevante è la gestione della pressione nella scrittura: vi è un’alterazione del tono muscolare, con una pressione eccessiva o troppo leggera sul foglio. Inoltre, si riscontrano ripetute inversioni nella direzionalità del gesto grafico.
Il soggetto disgrafico fatica anche a riprodurre figure geometriche semplici, parole o disegni, poiché la coordinazione oculo-motoria risulta difficoltosa. Il ritmo della scrittura è anomalo, con una velocità eccessiva o estrema lentezza.
Sintetizziamo qui di seguito alcuni sintomi della disgrafia:
- impugnatura non corrispondente all’età anagrafica;
- imprecisione e confusione del gesto;
- mancanza di controllo motorio;
- presenza di continue cancellature;
- pressione della penna mal gestita con presenza di entrambi gli estremi;
- sovrapposizione di lettere e parole;
- dimensioni delle lettere varia e confusa;
- forma delle lettere inadeguato per l’età e la classe frequentata;
- direzionalità delle lettere sbagliato;
- mancato rispetto delle righe e dei margini;
- continue interruzioni del tracciato;
- lentezza nel dettato;
- difficoltà grafo motorie;
- difficoltà motorie;
- difficoltà nel copiare alla lavagna;
- difficoltà nell’apprendimento del corsivo;
- evidenti difficoltà ortografiche.
Chi ci può aiutare nel capire se si è disgrafici?
Oggi la disgrafia e le difficoltà di apprendimento sono riconducibili spesso a scuola alla stessa causa e l’unica soluzione richiesta da quest’ultima è una diagnosi medica di disgrafia.
Per prima cosa come si potrà facilmente intuire, e chi ha un figlio certificato disgrafico potrà confermarlo, è che la diagnosi non sia la soluzione al problema. La diagnosi è una fotografia delle abilità del bambino in quel preciso momento.
L’aspetto educativo non viene neppure preso in considerazione, nel senso che nella maggior parte delle volte non si considera che le problematiche possano derivare da mancati apprendimenti e che come tali possono essere recuperati attraverso un adeguato percorso di rieducazione.
Ecco perché la quasi totalità dei bambini disgrafici anche certificati hanno poi recuperato le abilità della scrittura in maniera soddisfacente.
Quindi per l’educatore il problema deriva da mancati apprendimenti; per il medico, invece, si basa su problematiche innate e poco o per nulla modificabili.
Sfortunatamente solo in pochi vedono questi due approcci in una sequenza temporale e logica in applicazione alle disposizioni della Consensus Conference (si legge a pag.39 quesito B2: Quali strumenti sono efficaci per l’individuazione dei bambini a rischio di DSA? “L’obiettivo è quello di individuare una popolazione a maggiore prevalenza di DSA, che più della popolazione generale può trarre beneficio dal fatto di essere seguita in modo specifico, purché l’approccio adottato sia di tipo non medicalizzato, ossia erogato da genitori e insegnanti in primo luogo e da figure specialistiche in seconda battuta”).
La scuola ha il dovere di individuare i bambini che manifestano disturbi specifici dell’apprendimento, ma mediamente gli insegnanti non hanno una formazione adeguata e troppo precocemente richiedono ai genitori una diagnosi di disgrafia escludendo a priori il ricorso ad educatori specializzati che possano seguire individualmente il bambino e recuperare mancati apprendimenti seguendo una sequenza funzionale.
Oggi purtroppo si predilige quindi un intervento medico che in realtà dovrebbe essere richiesto solo dopo un tentativo di recupero delle abilità grafo- motorie da parte di un esperto
È importante chiarire che l’approccio educativo non può mancare tra l’individuazione del problema e la diagnosi poiché l’azione educativa potenzia e recupera mancati apprendimenti.
Nella maggior parte dei casi la somministrazione di uno specifico e costante percorso educativo previene e risolve le problematiche legate alla scrittura dei bambini; solo laddove non ci sia un recupero sufficientemente utile alle abilità scolastiche sarà lo stesso educatore a consigliare alla famiglia di rivolgersi all’équipe medica preposta.
La diagnosi di disgrafia
La disgrafia è un disturbo del neuro sviluppo e la diagnosi viene fatta da una equipe di specialisti (questi possono variare da regione a regione) presieduta da un neuropsichiatra infantile. E’ comunque possibile richiedere la diagnosi per la disgrafia degli adulti.
La diagnosi di disgrafia può essere eseguita tra la fine del secondo anno e l’inizio del terzo anno scolastico della scuola primaria.
La diagnosi può essere eseguita se vi è stato un apprendimento continuativo e sufficiente per stabilire l’esistenza delle difficoltà.
Mi è capitato di vedere una classe in cui fosse assente per maternità l’insegnante e le supplenti cambiassero continuamente metodi portando a classe ad un livello di apprendimento sotto la media, ebbene fu consigliato a tutta la classe di richiedere una visita per la diagnosi di dsa. Ci sono situazioni che sembrano assurde ma che succedendo.
Questo per dire che la formazione iniziale e l’ambiente sono fondamentali ed indicativi per comprende la situazione. Vediamo cosa dicono le linee guida per le diagnosi di DSA della Consensus Conference :
“Le disfunzioni neurobiologiche alla base dei disturbi interferiscono con il normale processo di acquisizione della lettura, della scrittura e del calcolo. I fattori ambientali – rappresentati dalla scuola, dall’ambiente familiare e dal contesto sociale si intrecciano con quelli neurobiologici e contribuiscono a determinare il fenotipo del disturbo e un maggiore o minore disadattamento.
Il DSA è un disturbo cronico, la cui espressività si modifica in relazione all’età e alle richieste ambientali: si manifesta cioè con caratteristiche diverse nel corso dell’età evolutiva e delle fasi di apprendimento scolastico. (In relazione all’ambiente è possibile ipotizzare anche la correlazione disgrafia e cause psicologiche che però qui non tratteremo).
La definizione di una diagnosi di DSA avviene in una fase successiva all’inizio del processo di apprendimento scolastico. È necessario infatti che sia terminato il normale processo di insegnamento delle abilità di lettura e scrittura (fine della seconda primaria) e di calcolo (fine della terza primaria).
Un’anticipazione eccessiva della diagnosi aumenta in modo significativo la rilevazione di falsi positivi. Tuttavia è possibile individuare fattori di rischio (personali e familiari) e indicatori di ritardo di apprendimento che possono consentire l’attuazione di attività e interventi mirati e precoci e garantire una diagnosi tempestiva”.
Capire se trattasi di disgrafia o di brutta scrittura è importante per aiutare il bambino nel suo percorso.
Principali test e strumenti per la valutazione della disgrafia – disgrafia test
In una fase educativa vengono utilizzati i seguenti strumenti, ma dipendono molto dalle competenze e dalla formazione di base dell’educatore:
- Valutazione dell’impugnatura e della postura;
- Test di integrazione visuo-motoria di K.E. Beery;
- Disegno della casa e della persona;
- TPV test di percezione visiva e integrazione visuo-motoria;
- Test di velocità di scrittura;
- Test del ritmo;
- Test della conoscenza del proprio corpo;
- Valutazione grafologica del disegno e/o della scrittura attraverso la valutazione della disgrafia di Ajuriaguerra;
Ovviamente eseguire un disgrafia test online risulta essere più complesso.
In una fase medica
- BHK scala sintetica di Ajuriaguerra per la valutazione della disgrafia;
- DGM-P test per la valutazione delle difficoltà grafo-motorie e posturali della scrittura.
Quanto è diffusa la disgrafia in Italia?
Secondo i dati del Ministero relativi all’anno scolastico 2018-19, gli alunni con disgrafia rappresentano l’1,2% del totale dei frequentanti nella scuola primaria, l’1,8% nella scuola secondaria di I grado e l’1,4% nella scuola secondaria di II grado;
Nel rapporto del Ministero dell’Istruzione la percentuale dell’anno scolastico dell’anno scolastico 2020/2021 sembra non essere cambiata.
Conseguenze della disgrafia
La disgrafia ha come principale effetto la perdita dell’autostima, ogni giorno a scuola si scrive e, non riuscendo a farlo, a differenza dei compagni, il bambino si sente frustrato e incapace.
Per mia esperienza personale ho visto bambini con difficoltà a cui venissero somministrati più esercizi senza aiutarlo a comprendere e portarlo a modificare il comportamento disfunzionale. Aumentare la quantità dii esercizi non serve a migliorare ma solo ad aumentare la fatica e ad abbassare l’autostima del bambino.
Sovente un’altra conseguenza di una diagnosi prematura di disgrafia è la rinuncia del bambino (e della famiglia) alla scrittura e a tutto ciò che ci gira intorno poiché “etichettato” come disgrafico . Si crea in alcuni bambini un limite nello sviluppo e questo è un vero peccato.
Il bambino si sente diverso a scuola e a casa soffre d’ansia da prestazione, si agita quando deve iniziare a svolgere compiti scritti, ma soprattutto iniziano lotte estenuanti con i genitori.
Come aiutare un bambino con disgrafia
La prima cosa da fare è capire dove sta il problema attraverso una accurata osservazione / valutazione mirata ed intervenire il prima possibile impostando un percorso personalizzato di rieducazione . Gli educatori agiscono anche in via preventiva dando consigli e impostando il corretto sviluppo grafo-motorio.
Il periodo consigliato per evitare difficoltà nello sviluppo e/o modificare eventuali comportamenti disfunzionali è dai 3 ai 5 anni.
Questo non significa insegnare a scrivere, ma importare abilità pre-calligrafiche fin troppo trascurate dal punto di visto educativo. Il bambino quando inizia la scuola primaria deve occuparsi di apprendere il contenuto ed è avvantaggiato se alla scuola dell’infanzia ha appreso ad usare i suoi strumenti:
• capacità di impugnare una matita;
• di colorare;
• di tagliare;
• di copiare alla lavagna;
• apprendimento del concetto di simmetria;
• apprendimento della spazialità corporea e grafica;
• capacità visuo-motoria;
• coordinazione occhio-mano;
• ecc.
Questi obiettivi se raggiunti per tempo permetterebbero al bambino di arrivare alla scuola primaria con più serenità e competenza.
Sempre più genitori si rivolgono al mio studio per essere seguiti in questo delicato stadio di apprendimento.
Spesso bastano pochi incontri per aiutare il bambino in modo pratico e mirato.
Esempio di bambino scuola infanzia e rieducato
Esercizi disgrafia pdf
Molti genitori sottovalutano il periodo della scuola dell’infanzia e rimandando tutti questi apprendimenti alla scuola primaria, rendendo questa nuova avventura pesante e stressante prima ancora di incominciare.
Dobbiamo pensare come migliorare il disegno e la scrittura poi, vediamo alcuni consigli:
- uso di arredi che aiutano ad un corretto sviluppo della coordinazione dell’arto superiore; acquistare strumenti grafici di qualità ergonomici e corrispondenti allo sviluppo e alla mano del bambino;
- scegliere materiali adeguati all’attività, allo strumento e all’età grafo-motoria del bambino;
- scegliete esercizi in una progressione di difficoltà e di grandezza (dal più grande al più piccolo);
- date il buon esempio;
- disegnate insieme a loro;
- Prediligete giochi con utilizzo delle dita e del corpo;
- sviluppate le autonomie – mangiare e vestirsi.
Vediamo qui di seguito alcuni disegni in una fase di pregrafismo.
Disegni percorsi e pdf
Strumenti compensativi
Prima di tutto cerchiamo di capire cosa siano gli strumenti compensativi e la loro differenza con quelli dispensativi.
Normalmente per i DSA come i disgrafici viene redatto a livello scolastico un PDP Piano Didattico Personalizzato in cui vengono stabilite con la famiglia gli strumenti che dovrebbero aiutare il bambino a svolgere meglio i suoi compiti scolastici e le modalità di somministrazione.
Gli strumenti compensativi disgrafia dovrebbero migliorare la difficoltà individuata – ma se il bambino ha difficoltà a scrivere “normalmente” e gli viene consigliato di scrivere con il PC e/o con la sintesi vocale, in sostanza, viene esonerato dalla attività scrittoria…… attività in cui è deficitario.
Oppure gli possono essere dati tempi supplementari per le prove oppure gli può venir richiesto di scrivere solo in un carattere – quello che gli risulta più facile per scrivere – solitamente viene scelto lo stampatello maiuscolo.
Gli strumenti compensativi vengono concordati con la famiglia e servono per aiutare il bambino in accordo con l’eventuale diagnosi di DSA.
Si pensi anche ai quaderni per disgrafia e penne per disgrafici che devono essere utilizzati in modo continuativo per il trattamento della disgrafia.
Corsi offerti da Disgrafia Tutor Dsa
I corsi di Disgrafiatutordsa.it sono corsi pensati prima di tutto per aiutare i bambini a vivere più serenamente gli apprendimenti di base e a fornire loro strategie di lavoro adeguate alle loro abilità e pensato per i professionisti che si occupano di disegno e scrittura.
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Qui puoi trovare:
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Non dimenticarti di sicriverti ai nostri canali social e alla nostro newsletter per essere avvisato delle novità in questo vasto campo dei DSA.
Troverai materiali utili anche su questo blog che si sta arricchendo con materiali necessari a tutte le problematiche legate all disgrafia.
L’esperienza ventennale nel campo della mano scrittura ha permesso di osservare centinaia di bambini e di scritture cambiare sentimento – dalla tristezza e dalla rassegnazione alla felicità di esprimersi alla soddisfazione personale – dalla pioggia al sole.
Marta Cappello pedagogista e grafologo lavora con i bambini, ragazzi e adulti con passione.
"Chi dice che è impossibile, non dovrebbe disturbare chi ce la sta facendo."
Albert Einstein
FAQ
La disgrafia è un disturbo specifico dell’apprendimento che si manifesta nella difficoltà esecutiva e procedurale degli aspetti grafici sia del bambino che dell’adulto, difficoltà osservabili sia nel disegno che nella scrittura.
Il soggetto disgrafico fatica anche a riprodurre figure geometriche semplici, parole o disegni, poiché la coordinazione oculo-motoria risulta difficoltosa. Il ritmo della scrittura è anomalo, con una velocità eccessiva o estrema lentezza.
Sintetizziamo qui di seguito alcuni sintomi della disgrafia:
- impugnatura non corrispondente all’età anagrafica;
- imprecisione e confusione del gesto;
- mancanza di controllo motorio;
- presenza di continue cancellature;
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